Gestione Attiva e gestione Passiva


Un risparmiatore, fondamentalmente, può seguire due stili di investimento dei propri soldi: una gestione "passiva" e una "attiva".
Nel primo caso il risparmiatore tende, molto spesso, a replicare il tipo di investimento che effettuavano i propri genitori. 
Io lo chiamo investimento "ereditario": "ho sempre visto papà e mamma sottoscrivere titoli di stato, magari Buoni Ordinari del Tesoro: io faccio lo stesso". Il risparmiatore procede, per così dire, per dogmi assoluti. Pensate al mercato immobiliare: vive da qualche anno una crisi durissima, i prezzi sono in caduta libera e le compravendite praticamente azzerate. Molto probabilmente questo processo durerà anni. Eppure.....eppure non è affatto rare sentire in giro che..."il mattone è sempre il mattone"!. 
Quando capita di sentirlo a me la risposta che offro è: "certo che un mattone resta mattone e non si trasforma in bistecca...il problema è solo capire di quanto cambia il VALORE del mattone".
Non c'è alcun disprezzo in questa forma di investimento, anzi!. E' certamente uno degli strumenti attraverso i quali cercare di far rendere i propri soldi. Ma uno dei tanti, non l'unico!.
Il difetto delle gestioni passive dei propri soldi è quello di fossilizzarsi in un unico tipo di investimenti: titoli, obbligazioni, azioni, etc. Uno e uno solo, abdicando totalmente ad uno dei principi più importanti di una buona strategia di investimento: la diversificazione.
Un altro difetto della gestione passiva è l'assenza totale di manutenzione del proprio investimento. Come acquistare un'autovettura e poi, per anni e anni, disinteressarsi completamente di controllare le gomme, i livelli dei liquidi, la cinghia di trasmissione, i freni...Si sottoscrive il prodotto, qualunque esso sia, e poi si attende. Mesi, anni, decenni. Le condizioni economiche e di mercato cambiano radicalmente ma non si fa nulla e quello stesso investimento, che magari inizialmente era più che valido (l'autovettura nuova), diventa obsoleto, proprio perchè mai manotenuto.
La gestione attiva, meglio se fatta affidandosi ad un professionista del settore, si fonda su due cardini sostanziali: diversificazione e manutenzione dell'investimento. Continue, incessanti e sempre tese ad anticipare il più possibile le dinamiche future dei mercati in generale.



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