Le "Terre Rare"....sempre più rare



Uno degli asset di investimento più interessanti, a livello settoriale, del momento ma anche certamente del futuro sono le cosiddette "Terre Rare". Con questo termine si indicano una serie di metalli fondamentali per la fabbricazione di molti oggetti, in special modo legati al mondo della tecnologia e dell'elettronica (telefoni cellulari, schermi tv, batterie ad alte prestazioni, vetture ibride, turbine eoliche, materiale militare, computers, etc..). Si dividono in "leggeri" (lantanio, cerio, niodimio, etc) e "pesanti" (europio, derbio, etc...) e furono definiti tali perchè molto difficili da ottenere nel diciottesimo e diciannovesimo secolo. Oggi, malgrado le tecniche produttive ed estrattive siano molto più efficienti, la situazione è solo parzialmente migliorata: il procedimento estrattivo resta costoso, difficile e ad alto potere inquinante. Per tutti questi motivi la Cina, che quanto al rispetto dell'ambiente e delle condizioni lavorative dei suoi cittadini non ha ancora una forte sensibilità, è il primo produttore al mondo di terre rare, con un vero e proprio monopolio: il 97% della produzione è nel suo territorio!. 
Naturale che la Cina decida in totale autonomia la politica dei prezzi di questi metalli, ed i quantitativi annuali esportabili agli altri paesi. Che naturalmente cercano di opporsi a questo stato di fatto, che li costringe a dipendere in maniera assoluta al paese della grande muraglia per quanto riguarda l'unico settore industriale che alla faccia della crisi continua a crescere: quello dell'elettronica.
La questione è approdata qualche mese fa sul tavolo dell’Organizzazione mondiale per il commercio (Omc-WTO) stabilendo un primato: per la prima volta nella storia, Stati Uniti, Unione Europea e Giappone si sono coalizzati presentando congiuntamente a Ginevra un reclamo, quello contro le presunte scorrettezze della Cina, che limita da anni le forniture, con effetti devastanti sui prezzi, in alcuni casi decuplicati nel giro di meno di 5 anni.
Durante il 2011 il prezzo di molti metalli appartenenti alle terre rare è sceso, scontando da un lato una fisiologica correzione e dall'altro una crisi economica mondiale che, seppur di striscio, come ho detto prima, ha comunque lievemente coinvolto il settore.
Resta però uno degli asset di investimento più promettenti del prossimo decennio: con i tempi biblici del WTO per avere una risoluzione della vertenza saranno necessari anni di controversie, legali e non, che di fatto determineranno il mantenimento dell'attuale fase di stallo che non dovrebbe che favorire l'ascesa dei prezzi.




Post popolari in questo blog

Montagne di denaro

Le Porte di Tannhäuser

Venezuela, è "default parziale"