Riscossa Greca

Chi non muore si rivede, recita il detto. Ed è proprio il caso di dirlo per la Grecia, tornata dopo ben 4 anni sul mercato internazionale delle emissioni obbligazionarie. Un calvario economico e sociale che ha devastato il paese ellenico, creando ampie e profonde zone di povertà assoluta, assimilabile a quella di molti paesi dell'Africa mediterranea. Nei momenti più drammatici della crisi il rendimento dei titoli greci a 10 anni è arrivato a quasi il 30% annuo(!!): un livello di ampio default. Oggi, dopo infiniti piani di austerità, tassazione selvaggia, lotta all'evasione, tagli feroci alla spesa pubblica e qualche azione di rilancio economico intelligente, come la riduzione al 10% dell'iva per moltissimi servizi legati al turismo, il paese torna sul mercato dei bonds, e lo fa collocando 3 miliardi di euro di titoli a 5 anni allo strabiliante (al ribasso, ovviamente) tasso del 4,95%, con ordini superiori ai 20 miliardi euro, provenienti da oltre 550 soggetti.
Non tanto lontano dai tassi di paesi come l'Australia, tanto per capirci. Segno che i mercati sanno premiare chi dimostra di fare sul serio. Che poi questo si sia tradotto in una carneficina sociale è, ahimè, altrettanto vero e molto più doloroso. Ma la finanza, come ho scritto tante volte, si occupa solo del suo lavoro, che sostanzialmente è quello di ricercare le migliori occasioni di rendimento sui mercati, di qualsiasi genere esse siano.
Un risultato dunque clamoroso. Pura fantascienza se paragonato a quelle tremende giornate del 2010 e poi ancora del 2011.
La Grecia resta così con  ratings ampiamente non investment grade, ma ormai lontani dallo spauracchio della famosa "D", che sta per Default (fallimento). E, ciliegina sulla torta, per il 2014 si prevede una crescita del Pil molto buona, forse vicina al 3%.
Olè!.



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