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Visualizzazione dei post da ottobre, 2014

Stress Test: domenica i risultati

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Domenica, finalmente, dopo mesi di lavoro la BCE comunicherà gli esiti degli stress test a cui ha sottoposto tutti i più importanti istituti bancari europei. Attraverso l'analisi di una serie  di parametri, i tecnici guidati da Mario Draghi stileranno una sorta di "promossi e bocciati". Al momento le indiscrezioni parlano di 11 banche che non hanno superato gli "esami". Tre di esse sarebbero italiane: Monte dei Paschi di Siena, Cassa di risparmio di Genova e Banco Popolare. Nomi peraltro di cui già da tempo si conosceva la precaria situazione finanziaria. Banca Intesa sarebbe invece la banca più solida, insieme a Mediobanca, Ubi ed Unicredit (quest'ultima con i soliti problemi delle controllate nell'Europa dell'Est). Delle altre 8 ci sarebbero istituti ciprioti, greci e soprattutto, e qui potrebbe stare il "big problem", due banche tedesche di rilevanza mondiale. Di una circola già il nome: Deutsche Bank!. Le banche che non passeranno gl

Petrolio a volontà!

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Il 6 Maggio 2013 scrissi un post (che potete trovare con la funzione "cerca" all'interno del blog) dal titolo "Lo studio Morse per il 2020". In esso evidenziavo i risultati a cui arrivava proprio Ed Morse analizzando gli scenari prossimi venturi per il petrolio, soprattutto in relazione alla nuova e rivoluzionaria tecnica estrattiva denominata "Fracking": gli USA, secondo Morse, entro appunto il 2020 sarebbero stati completamente autosufficienti per quanto riguardava il fabbisogno di Oro Nero, potendo contare, insieme al Canada, su enormi giacimenti argillosi pieni di particelle di petrolio. Ricordavo allora che il prezzo di mercato efficiente per questo tipo di tecnica estrattiva era intorno ai 60 $ al barile: in altre parole, estrarre attraverso il fracking il cosiddetto "Shale Oil" sarebbe stato economicamente conveniente fin quando il prezzo del petrolio al barile non fosse sceso sotto tale livello. Ebbene, Ed Morse si è sbagliato: gli

Correzione

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Da qualche giorno i mercati azionari hanno preso la via della correzione, uno storno significativo e ad oggi certamente il più pesante del 2014. Dopo i massimi storici delle scorse settimane, infatti, il Dow Jones ha perso circa il 5%, così come lo S&P 500. Un pò peggio ha fatto il Nasdaq. L'Europa naturalmente non è stata immune dalle vendite, e così il Dax, l'indice della borsa tedesca, dai massimi in area 10.000 punti è approdato ieri a poco più di 8.800. Meno 12%. Come a solito si cercano i motivi (o le scuse...) che possano giustificare questa ondata di "lettera" sui mercati. L'umana natura ha sempre bisogno di fornire una spiegazione razionale ad ogni evento, specie se infausto, ed i mercati azionari non sfuggono alla regola. Posso dire che di motivi ce ne sono, a cercarli, fin troppi: un prezzo del petrolio particolarmente basso, il timore che la ripresa americana sia più fragile del previsto, l'epidemia Ebola che sembra sempre più fuori cont

Gross terremoto....

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Ho atteso qualche giorno per scrivere questo post. Essendo più o meno coinvolto dall'evento, seppure marginalmente, era importante per me avere un quadro della situazione il più preciso possibile. Per la verità non credo di aver raggiunto l'obiettivo. Risposte da dare ne ho poche e certamente non esaurienti. Ma veniamo al dunque: Bill Gross, fondatore e capo indiscusso di Pimco, la più grande casa di investimenti obbligazionari al mondo, ha lasciato la sua creatura. Dimissioni in tronco, con effetto immediato. Dal prossimo lunedì lavorerà per Janus, altra casa di investimenti americana, andando a gestire un fondo obbligazionario "unconstrained". Le domande che tutti si sono fatti in questi giorni, dato il clamore della vicenda (Bill Gross in Pimco gestiva il più grande fondo obbligazionario del mondo, il "Total Return", che ancora oggi ha masse per circa 220 miliardi di $) sono essenzialmente tre: 1) Se ne è andato o è stato cacciato? 2) La sua part