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Visualizzazione dei post da giugno, 2014

Telenovela Argentina

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Più volte sul blog ho parlato del possibile nuovo default dell'Argentina, dopo quello disastroso della fine del 2001. Nel Novembre del 2012 scrissi due posts sull'argomento; l'opinione comune, negli ambienti finanziari, era che non se ne sarebbe fatto nulla, e che tutto sarebbe finito in una bolla di sapone. Poi ne parlai ancora nel 2013, quando un primo giudizio di un tribunale di New York  sembrava sancire, di fatto, il default. Nelle ultime settimane il problema è riemerso, più virulento di prima: la Corte Suprema degli USA ha infatti imposto all'Argentina di rimborsare TUTTO l'intero importo del debito rinegoziato successivamente al primo default del 2001. Le cose andarono così: dopo il primo default, il governo argentino concordò con gli Stati creditori e con quasi tutti i soggetti investitori privati una rinegoziazione del debito, che prevedeva rimborsi molto inferiori ai capitali investiti ed in tempi molto più estesi di quanto originariamente stabilito.

120/130/150

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Il titolo è criptico, lo so. Per la verità, non sapevo come titolare il post e così ho pensato di andare subito al dunque. Questi tre numeri rappresentano lo spread, rispettivamente ed in ordine, di Stati Uniti, Spagna ed Italia contro la Germania. Dunque il differenziale di rendimento tra i titoli di stato decennali americani, spagnoli e italiani contro quelli tedeschi, praticamente benchmark mondiale. Addirittua, fino a non tanti giorni fa, il Bonos spagnolo si permetteva il lusso di pagare un rendimento inferiore a quello americano!. Dove sta la polpa del ragionamento?. Semplicemente nel fatto che questi differenziali sono troppo ristretti. Anormalmente vicini. Può un paese forte come gli Stati Uniti, dotato di sovranità monetaria, con crescita buona, pagare sui propri titoli un tasso di interesse simile a quello spagnolo, e poco più basso del nostro?. Gli Stati Uniti hanno un tasso di disoccupazione poco oltre il 6%. Noi siamo oltre il 12%, la Spagna è sopra il 20%. La Fed c

Tutto qui mister Draghi?

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Lo confesso subito, almeno mi tolgo il dente: mentre ieri tutti gli organi di informazione, specializzati e non, plaudevano alle presunte mirabolanti decisioni di politica monetaria della BCE, il sottoscritto è rimasto molto deluso. Sarò presuntuoso, ad andare così contro corrente, ma sinceramente mi è difficile dare un giudizio positivo sull'operato di Draghi. Ha fatto il compitino, niente di più. Resta "dietro la curva", come si dice in gergo. Il ruolo di una banca centrale, invece, dovrebbe essere quello di essere davanti alla stessa, "behind the curve". Perchè se sei davanti vedi il tratto di strada successivo a quello che stai percorrendo, se invece sei dietro sei solo ad inseguire, affannosamente. Dopo 6 lunghi anni di recessione ci volevano misure da ordigno nucleare. Draghi si è limitato a tirar fuori la pistola. Per carità, in assoluto sono azioni forti, ma non sufficienti per il contesto che stiamo vivendo. E' vero, ha promesso azioni futu

Comincia l'estate...

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A leggere il Meteo sembra proprio che da giovedì comincerà l'estate, con temperature in forte rialzo e bel tempo un pò dappertutto. E sarà un giovedì caldo anche per i mercati, perchè dopodomani Draghi dovrà gioco forza terminare la sua azione di forward guidance e cominciare a passare ai fatti, all'azione. In un modo o in un altro, il capo della BCE dovrà prendere atto che tutte le misure prese in passato hanno avuto effetti insufficienti per stimolare la crescita, e che dunque nuove manovre, molto più profonde, vanno immediatamente decise. Draghi in questi anni è stato bravo, a tratti fenomenale. Soprattutto nella fase in cui ha evitato che l'Euro fosse affossato dal debito dei paesi periferici. E' stato eccellente nella gestione della Grecia, e forse più ancora in quella dell' Italia, quando con lo spread a 570 si presentò in conferenza stampa e disse al mondo intero che avrebbe fatto tutto quello che era nelle possibilità della BCE per evitare il default. E,