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Visualizzazione dei post da dicembre, 2012

Buon Natale e Buon Anno!

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Anche questo blog "chiude" per la pausa natalizia e di fine anno. Tornerò a tormentarvi dal prossimo Gennaio. Non mi resta che augurare a tutti un sereno Buon Natale ed un felice 2013. Gianni.

Reinhart e Rogoff: "Questa volta è diverso"

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Carmen Reinhart e Kenneth Rogoff sono due brillanti economisti. Nel 2009 hanno dato alle stampe un bellissimo libro, intitolato "Questa volta è diverso. Otto secoli di follia finanziaria". I due sostengono che nel corso dei secoli gli uomini sono ricaduti sempre nello stesso errore: quello di considerare una fase di crisi economica, che può portare ad uno o più defaults di paesi sovrani, sempre diversa dalle altre, come se ciascuna non fosse mai ripetibile e non avesse niente a che fare con le precedenti. "Questa volta è diverso" appunto!. Invece secondo Reinhart e Rogoff non solo le crisi sono spesso identiche alle precedenti, per cause scatenanti e sviluppo temporale, ma finiscono colo produrre gli stessi effetti. Malgrado questo...ci ricaschiamo sempre. Reinhart e Rogoff analizzano nel libro ben 250 casi di default del debito estero sovrano e circa settanta casi di insolvenze sul debito domestico (quello cioè collocato all’interno del paese emittente e

Previsioni 2013: Edouard Carmignac

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Chiudo la serie di posts dedicati alle previsioni per il nuovo anno con le indicazioni- scarne in verità, almeno per il momento- che fornisce Edouard Carmignac nel suo editoriale di poco più di un mese fa. Il fondatore dell'omonima boutique d'investimento, la Carmignac Gestion, con sede in una delle più esclusive e belle piazze di Parigi, Place Vendome, non è un personaggio qualunque: è colui il quale, nel 2008, riuscì a non far perdere, in un anno tremendo, neanche un euro ai sottoscrittori del suo fondo Carmignac Patrimoine. Nel 2009 fu tra i primissimi al mondo a ricomprare azionario quando lo stesso veniva venduto a prezzi da mercatino delle pulci: narra la leggenda che il 9 Marzo del 2009, il giorno in cui ci fu l'inversione del trend ribassista sui mercati azionari di tutto il mondo, E.C., in visita in Cina, comunicò al suo staff che era giunto il momento di ricomprare. Non so dire se sia solo leggenda o meno, di certo l'anno solare 2009 il C.P. portò a casa qu

Previsioni 2013: Bill Gross

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William (Bill) Gross è il fondatore di PIMCO (Pacific Investment Management Company), casa d' investimento leader a livello mondiale nella gestione obbligazionaria attiva. Non a caso ribattezzata " The authority on Bonds". Morningstar  ha premiato Bill Gross per ben 3 anni come miglior gestore obbligazionario del mondo. E che gestore, quello del più grande fondo obbligazionario in circolazione, il mitico "Total Return Bond". Gross da almeno tre anni ha una visione scettica del mondo. I suoi prodotti vanno alla grandissima, con rendimenti annui a due cifre, ma Bill e Mohamed El-Erian, corresponsabile degli investimenti di PIMCO, continuano a pronunciare, come un mantra, le stesse due parole: "Nuova Normalità". In poche parole, un nuovo modo di concepire il mondo: crescita del pil non maggiore dell'1/2% annuo, ritorno ad uno stile di vita sobrio, ripudio della crescita fatta con il debito, conseguente necessità di sgonfiare il credito concesso (

Previsioni 2013: George Soros

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Il 16 Settembre del 1992, nella compassata piazza finanziaria di Londra, arrivò un ordine di vendita allo scoperto di 10 miliardi di sterline. Un ungherese di nome George Soros, dall'infanzia piuttosto complicata, aveva deciso che si, si poteva fare: costringere l'Inghilterra ad uscire dallo SME (il sistema concordato di cambi tra le monete d'Europa vigente allora) con conseguente svalutazione della sterlina. La manovra gli rese qualcosa come 1,1 miliardi di dollari.  Del resto, già allora Soros non era uno qualsiasi. Nel 1970 fondò il suo "Quantum Fund"  e per ben 10 anni riuscì ad ottenere dai suoi investimenti, per la gioia dei suoi clienti, un ritorno medio di oltre il 40% all'anno!. Oggi Soros con i suoi 82 anni è un arzillo vecchietto, ha riposto la sua vena speculativa e si limita a grandi progetti filantropici, ma non disdegna di dire la sua sul futuro del mondo e della finanza. C'è solo una parola per G.S. per il 2013: Oro. La motivazione

Previsioni 2013: Warren Buffett

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Warren Buffett è uno dei pochi uomini ad essere leggenda prima ancora di essere morto. Soprannominato "l'Oracolo di Omaha" (sua città natale), Buffett, classe 1930, è attualmente il terzo uomo più ricco del mondo. Le sue fortune sono quasi tutte di origine finanziaria: Buffett non è un imprenditore nel senso più stretto del termine. Non costruisce, non produce, non fornisce servizi. Buffett investe, e qualche volta specula. Più correttamente lo giudicherei un investitore lucidissimo, dai tempi lunghi e dal cuore freddo. Celebre una sua frase che spiega molto del suo modo di agire sui mercati: "Anche se compri un titolo che vuoi tenere solo 5 minuti compralo come se dovessi tenerlo tutta la vita". La leggenda vuole che già da ragazzino investisse in borsa e fosse un accanito lettore di riviste del settore; di certo dopo la laurea comincia a gestire soldi (quasi per scherzo) dei suoi amici e parenti. Poi lavora per qualche anno in una casa di investimenti. Si fa

Previsioni 2013: Jim Rogers

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A pochi giorni dal nuovo anno cominciano ad uscire, per quello che valgono (cioè molto poco), le previsioni per i mercati azionari ed obbligazionari 2013. Le previsioni vengono rilasciate da un pò tutti: economisti, case di investimento, banche d'affari, etc.. Una categoria curiosa è però quella dei cosiddetti "guru di borsa": personaggi, a volte eccentrici, che hanno dimostrato in tantissimi anni di "lotta sul campo" di saper cogliere al volo le tendenze dei mercati. Ovviamente sono tutti ricchissimi ed a volte hanno sbagliato clamorosamente, ma in effetti è impressionante constatare che quasi sempre sono stati dalla parte giusta del mercato. Tra di loro ci sono nomi come Warren Buffett, George Soros, Bill Gross (fondatore della casa di investimento Pimco e gestore del più grande fondo obbligazionario del mondo, il "Pimco Total Return Bond"), Edouard Carmignac (gestore dell'omonima casa di investimento e gestore del mitico "Carmignac Inv

Oro di Stato

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Sul lato destro del blog, piuttosto in basso a dir la verità, compare una classifica dei paesi che detengono più oro al mondo. L'Italia è al quarto posto. Posizione rispettabilissima, dietro solo a Stati Uniti, Cina e Germania (nel riquadro al quarto posto risulta il Fondo Monetario Internazionale, che naturalmente non fa testo). Siamo un paese che ha circa 2400 tonnellate di oro nei forzieri della Banca d'Italia (per la verità c'è un certo mistero di dove sia fisicamente; certamente, in parte, è anche nei forzieri di altri paesi, come gli Stati Uniti). Niente male. Eppure, abbiamo il terzo debito pubblico più grande del mondo. Come se una famiglia avesse in casa una cassaforte stracolma di gioielli e altri preziosi e contemporaneamente tanti debiti (per aver acquistato una casa, dei mobili, auto, etc...). La domanda che mi sento rivolgere spesso quando mi capita di affrontare questo argomento è semplice e scontata: "perchè non vendiamo l'oro dello Stato per p

Terra!

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Da qualche tempo l'industria del risparmio gestito ha lanciato una serie di fondi comuni di investimento specializzati nel più tradizionale degli "averi": la terra da coltivare. L'idea di fondo che ha spinto molti players del settore a credere in questo asset risiede in una serie di considerazioni, alcune delle quali oggettivamente incontestabili, come quella che la terra da adibire ad uso agricolo non è infinita, anzi tende a diminuire, soppiantata, di anno in anno, dalla cementificazione.  Anche a me questo asset convince molto, ma sono per investirci attraverso fondi comuni o comparti di sicav: comprare fisicamente terra da agricoltura comporta conoscenze tecniche non indifferenti (ogni terreno ha la sua "resa" ed è fondamentale capire se il terreno che si acquista ha i requisiti giusti, come sapere se nei dintorni ci sono fonti di approvvigionamento di acqua, ad esempio). Inoltre, richiede un impegno temporale (per la messa a rendita) inconciliabile