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Visualizzazione dei post da aprile, 2013

Fine dell'austerità Europea?

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Più volte, in questo blog, ho parlato dei due diversi approcci alla crisi affrontati dall'Occidente. Al di là dell'Atlantico, gli Stati Uniti hanno fin da subito seguito la strada dell'espansione monetaria, dell'allentamento fiscale (rientrato in parte solo con il Fiscal Cliff), del sostegno, ad ogni costo, della crescita. Passando per un forte aumento del deficit e del debito pubblico. In Europa, invece, è stata scelta la strada dell'austerità: Fiscal Compact, limiti al disavanzo (3% del Pil su base annua), strette fiscali durissime. Ebbene, da qualche settimana a questa parte sembra proprio che la stessa Europa si stia rendendo conto che la strada seguita fosse quella sbagliata, riconoscendo invece come valida quella americana. Da qui, preso atto che le strette fiscali comportano riduzioni molto forti della crescita (per ogni euro di recupero fiscale in sostanza si perde 1,5 euro di crescita), sta emergendo un comune pensiero, di cui anche la stessa Germania

"Attacco alla Casa Bianca, Obama ferito"

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Ieri è accaduto uno di quei fatti che deve farci riflettere, a fondo, sull'uso e l'abuso della Rete. Un hacker, intorno alle 19.30 ora di Roma, è riuscito a sabotare il sito dell' AP, l' Associated Press, una delle agenzie di stampa più autorevoli del mondo. Una volta penetrato nel sistema ha pubblicato un tweet in cui si riportava la notizia di un attacco alla Casa Bianca, con tanto di esplosioni ed il ferimento del Presidente Obama. In un minuto il Dow Jones (vedi grafico allegato) ha perso 100 punti: gli operatori di mercato, fidandosi totalmente di un'agenzia prestigiosa come AP, hanno dato per buona la notizia ed ovviamente si sono precipitati a vendere qualsiasi azione (selloff). Un panico micidiale che fortunatamente si è placato quasi subito, grazie alla tempestività dello stessa agenzia che ha subito informato dell'attacco informatico e della falsità della notizia. Il recupero dell'indice di borsa è stato immediato ma in quel minuto  certamente

Regno Unito di nuovo in recessione?

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Giovedì da noi sarà un giorno festivo. 25 Aprile, festa della Liberazione. In Inghilterra, invece, sarà un giorno di "passione", in quanto potrebbe segnare il ritorno della recessione. Per la precisione, il terzo ciclo recessivo dall'inizio della crisi finanziaria. Per chi non lo sapesse, tecnicamente si può parlare di recessione quando, per due trimestri consecutivi, il prodotto interno lordo di un paese diminuisce rispetto al trimestre precedente.  L'ultimo trimestre del 2012, appunto, per il Regno Unito ha segnato una contrazione dello 0,3% e proprio giovedì prossimo uscirà il dato sul primo trimestre del 2013. Che non si prospetta buono, complice anche un inverno particolarmente freddo, che ha causato un vistoso calo nell'edilizia residenziale e nelle vendite al dettaglio. Se quindi l' Inghilterra fosse costretta a registrare l'inizio di un nuovo ciclo recessivo è facile prevedere che l'attuale ministro delle finanze George Osborne dispiegh

Ciao piccolo Martin

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In questi ultimissi giorni, secondo me, si è avuta la percezione chiara dell'enormità della liquidità presente sui mercati in cerca di impiego. Una tragedia spaventosa come quella della Maratona di Boston ha fatto scendere, insieme ai dati "negativi" sulla crescita cinese (7,7% invece del preventivato 8% annuo....), il Dow Jones dell'1,79%, ma il giorno successivo c'è stato un pronto riscatto. I titoli obbligazionari più sicuri non hanno visto un particolare assalto da parte degli investitori (fly to quality) come sempre accade in giornate difficili ed anzi le nuove emissioni dei paesi periferici dell'area euro più "ballerini" come noi hanno visto tassi in netto calo. L'oro, come ho scritto due giorni fa, è in caduta libera e sembra destinato a perdere ancora. I prezzi delle materie prime sono anch'essi, generalmente, in calo. Unendo tutte le tessere del puzzle ne viene fuori un quadro preciso: c'è voglia di rischio. Stando attenti,

L' Oro sfondo al ribasso

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Ricordate le previsioni di vari guru che avevo postato nei primi giorni del 2013 su quali sarebbero stati gli assets di investimento più interessanti per il nuovo anno?. L'oro era gettonatissimo!. Sembrava non se ne potesse fare a meno. Ebbene, come spesso accade, le previsioni (almeno per il momento) sono state completamente sballate. Le quotazioni dell'oro stanno attraversando un momento difficilissimo, con il prezzo in dollari per oncia sull'orlo del baratro. Sfondata da qualche giorno la soglia psicologica dei 1.500 $/oncia oggi la quotazione è sotto anche i 1.400 $!. Un segnale bruttissimo, che lascia presagire una possibile continuazione del trend ribassista. Non prima di aver visto, a brevissimo, un possibile ancorchè probabile rimbalzo tecnico. Vi allego il grafico ad un anno preso direttamente dalla Federal Reserve di Saint Louis, la mitica "Fred" (che come al solito trovate nella parte destra del blog). Come potete vedere la discesa, molto viole

Un altro record per il Dow Jones

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In Italia siamo ormai a quasi 6 milioni di disoccupati, ricomprendendo anche i cosiddetti "inattivi", coloro cioè i quali hanno smesso ufficialmente di cercare lavoro e dunque non rientrano nelle statistiche ufficiali. In Europa molti paesi, anche "core", come la Francia, sforeranno ogni previsione di deficit. Nel resto del mondo, a parte alcune aree particolarmente felici (anche quest'anno la Cina si avvia ad un crescita del Pil intorno all' 8%), non è che l'economia reale faccia faville. Certo, una crescita intorno al 2-3%, che sembra essere alla portata degli Usa, per noi europei è un puro miraggio, ma di fatto non si vedono segnali forti che possano portare a parlare di un nuovo ciclo espansivo mondiale. Eppure, in questo contesto, ieri sera il Dow Jones, l'indice azionario americano che raggruppa i 30 titoli per capitalizzazione più grandi degli Stati Uniti, ha segnato un nuovo record storico: 14.865,14 punti. Ad un passo da quota 15.000. 

Bill Gross, Kuroda e la Red Bull

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Nel post precedente ho parlato della nuova politica monetaria giapponese, fortissimamente espansiva e decisamente orientata a generare crescita, così come vuole l'attuale guida della Bank Of Japan, Kuroda. Tassi pari a zero, grandi iniezioni di liquidità, spesso a fondo perduto, robusto recupero della borsa, primi segnali (molto incoraggianti) dell'uscita da una fase recessiva durata vent'anni. Nessuna politica keynesiana era riuscita a fare tanto: i miliardi di yen gettati negli anni per costruire ponti megagalattici che connettessero isole sperdute e disabitate tra loro non aveva dato alcun risultato. Finora tutto bene, si direbbe, se non fosse che il gestore del più grande fondo obbligazionario del mondo, Bill Gross di Pimco, di cui ho già diffusamente parlato, ieri parlando alla Cnbc si è detto fortemente preoccupato di questa "allegra" politica monetaria, fatta come dicevano gli economisti della scuola di Chicago, "gettando soldi dagli elicotteri"

Il furore della BOJ!

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Haruhiko Kuroda è il capo della BOJ, la Bank Of Japan. Insieme al nostro Mario Draghi, a capo della BCE, e a Ben Bernanke, a guida della FED, governa i destini della politica monetaria internazionale. Kuroda si sta rivelando un tipo tosto, determinato, concreto. Certo non uno che si accontenta di scaldare la poltrona. Kuroda, in materia di politica monetaria, sta facendo esattamente le stesse cose di Bernanke. Immettere grandi quantità di moneta nell'economia nazionale, attraverso strumenti più o meno innovativi. Si va a piani tipo il quantitative easing americano al finanziamento a tassi zero e a cifre praticamente illimitate per le banche giapponesi. Il tutto per rilanciare un'economia a crescita zero da vent'anni, tanto che il "modello" deflazionistico del Sol Levante è entrato, suo malgrado, nei libri di storia. Ieri un nuovo, massiccio impulso a questo nuovo "way of life" della Boj: è stato deciso di immettere 1,4 miliardi di dollari nell&

Dopo Cipro la Slovenia?

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Passata anche la Pasqua torna il "gioco" a chi trova per primo il prossimo paese a rischio default. Ho parlato tempo fa dell'Argentina (situazione sempre più grave) ed ancora prima di tutti i paesi periferici dell'area euro. Cipro ci ha accompagnato fino alle festività religiose di cui sopra. Adesso forse toccherà alla Slovenia. Era l'area più ricca dell'ex Jugoslavia. Primo paese dell'Est Europa ad adottare l'euro nel 2007. Certamente tra i paesi della stessa area quello con la minore disparità economica tra i suoi cittadini. Da poche settimane a presiedere l’esecutivo, di centrosinistra, c’è Alenka Bratusek. Prima donna a capo di un governo sloveno. Ha preso il posto del conservatore Janez Jansa, travolto dalla crisi e da uno scandalo per corruzione.il problema sloveno sono le banche – le principali sono in mano allo stato – e il mattone. Gli istituto di credito hanno erogato prestiti con leggerezza, i costi delle case sono schizzati all'ins