L'arresto dello sviluppo


Il mondo sembra essersi fermato. Almeno il mondo che produce: l'industria tedesca, modello per tutta l'Europa, produce oggi quello che produceva nel 2006. Stesso discorso per gli Stati Uniti (ma qui le prospettive future sono più rosee). 
L'industria francese è tornata ai livelli del 1997, sedici anni fa. Cantieristica e siderurgia sono in fortissima difficoltà, il settore auto è praticamente collassato. Il TGV, il treno a gran velocità, non riesce più ad essere competitivo con i grandi produttori cinesi e coreani.
L'industria spagnola si trova a dover fare i conti con un livello produttivo paragonabile a quello del 1994.
Il nostro livello manifatturiero è addirittura equiparabile a quello del 1986, ben ventisette anni fa!.
Forse è la fine di un mondo basato sul consumismo, sulla produzione sic et simpliciter. Forse è la fine di un modello economico in cui l'unico vero obiettivo era produrre, produrre, produrre. E fare "numeri" sempre maggiori. E utili sempre maggiori....
Forse sta per cominciare un mondo nuovo, in cui si acquisterà solo ciò che serve, in cui gli oggetti malfunzionanti verranno riparati e non buttati per essere ricomprati di nuovo. Un mondo in cui il riciclo diventerà un valore, anche etico. Forse sta per cominciare un mondo in cui tutti faremo un passo indietro. E forse sarà un mondo migliore.




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