Tanto tuonò che alla fine piovve....Argentina adios

La telenovela sembra essere finita stamattina alle 6 ora italiana: l'Argentina non ha trovato un accordo con i suoi creditori (si vedano i tanti miei posts che parlano dell'argomento fin dal 2012) e dunque non ha rimborsato i suoi bonds. Il risultato è chiaro: il paese ha fatto default, fallimento. Per la precisione, e non è un dettaglio di poco conto, "selective default", vale a dire che l'Argentina non ha rimborsato solo una parte dei suoi titoli di stato. Sono comunque 539 milioni di $, che non rientreranno nelle casse dei creditori. Per i dettagli rimando sempre a quanto ho già scritto in passato.
Il debito argentino, nel mercato dei paesi emergenti, rappresenta comunqe solo l' 1% del totale, per cui in teoria il problema sarebbe molto circoscritto. Non avendo più avuto dal primo default praticamente accesso ai mercati internazionali l'Argentina ha vissuto un periodo di autarchia finanziaria che le ha "consentito" di non indebitarsi troppo con l'estero (per fortuna!), ma questo secondo stato di insolvenza potrebbe essere un detonatore nel mondo dei bonds emessi da realtà finanziariamente "esotiche", come la Nigeria od il Nicaragua, paesi i cui titoli, grazie agli ovvi alti rendimenti sono stati assai ben comprati. 
Le ripercussioni reali sui cittadini argentini si faranno sentire subito: aumenteranno i tassi sui mutui, sui finanziamenti, sugli scoperti di conto, etc...Diminuirà ancor di più il credito, con conseguenti pesanti sull'economia di un paese il cui tasso di inflazione "reale" sfiora ormai il 40%.
Le prossime giornate saranno da seguire intensamente. Per il momento i mercati sembrano aver ignorato o quasi il tutto, sia sul versante azionario che su quello obbligazionario. Probabilmente il dato sul pil americano del secondo semestre, che ha segnato un +4% dopo il -2,1% del primo (rivisto dal -2,9%) ha indotto tutti gli operatori a guardare il pezzo di cielo terso piuttosto che quello perturbato.




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